giovedì, aprile 01, 2010

Le vocali : il suono dell’anima

Secondo la Biomusica ci sono suoni della voce umana che agiscono su specifiche zone corporee. Si usano le vocali comuni a tutte le lingue, combinandole tra loro o rinforzandole con le consonanti H e M, che completano il lavoro delle vocali, poiché introducono nell’organismo le vibrazioni del suono emesso. In linea generale si può dire che su ogni zona corporea agisce prevalentemente una precisa vocale. Ecco quali sono le vocali, dove devono essere indirizzati i suoni e quali parti del corpo vengono interessate dalla vibrazione:


I – per il sistema nervoso e immunitario usiamo la vocale I, indirizzando il suono verso la testa, in particolare verso la radice del naso. Le zone interessate sono il cervello, le ghiandole dell’ipofisi e dell’epifisi;
E – per il sistema fonetico usiamo la vocale E, indirizzando il suono verso la gola. Le zone interessate sono la laringe, la tiroide e la paratiroide;
O – per il sistema circolatorio usiamo la vocale O, indirizzando il suono verso il centro del petto. Le zone interessate sono il cuore e il timo;
A – per il sistema respiratorio usiamo la vocale A, indirizzando il suono verso il petto. Le zone interessate sono i polmoni, i bronchi e la pleura;
U – per il sistema digestivo usiamo la vocale U, indirizzando il suono verso l’ombelico. Le zone interessate sono il fegato, lo stomaco, il pancreas e l’intestino; – sull’apparato sessuale e su altre zone specifiche si usano combinazioni di suoni.
Logicamente i suoni sono terapeutici e preventivi se sono adoperati nella loro giusta frequenza, con una respirazione adatta, con la postura corporea ad essi corrispondente e se sono attivati per un certo periodo di tempo.
Come agisce il suono indirizzato
Se colpiamo leggermente, ma continuamente sul nostro braccio compare una tenue macchia rossa che diventa scura se continuiamo a farlo. Il suono agisce nella stessa maniera: fa affluire il sangue lì dove colpisce, dove fa vibrare. La sillaba RIN, per esempio, fa affluire il sangue al naso; se proviamo a pronunciarla in tono acuto, sentiremo come le vibrazioni che inviamo vadano a sollecitare proprio quella zona, quando entra in risonanza. Ci sono fonemi come M e N che risuonano nelle ossa della testa; la M propaga la sua vibrazione verso il centro del cranio facendo risuonare la ghiandola pineale e l’ipofisi. Quando una ghiandola vibra è stimolata nella sua attività, nel suo lavoro: cantare un suono, diretto correttamente, influisce sulle funzioni ghiandolari. Per pronunciare un suono dobbiamo collocarlo ed emetterlo in una particolare maniera: la B fa risuonare le labbra e i denti anteriori, la G il centro del palato, e così di seguito. Ogni lettera, sillaba, parola e fonema è una vibrazione o un insieme di vibrazioni.
Istruzioni per l’uso
A quanti intendono utilizzare la tecnica del suono indirizzato si consiglia di:
  • disporre di un ambiente calmo, senza la possibilità di essere interrotti;
  • rilassarsi, tenere gli occhi chiusi e una posizione eretta;
  • mantenere un volume medio della voce: ne troppo piano ne troppo forte. E’ preferibile che i suoni A-O-U siano intonati con la voce grave, la E con la voce di tono medio e la I con la voce acuta. La vocalizzazione deve iniziare con la lettera H (lieve colpo sospirato) e finire con la lettera M (chiudere la bocca);
  • effettuare l’inspirazione attraverso il naso, mentre l’espirazione serve per vocalizzare il suono, fino ad esaurire l’aria;
  • fare uno o più esercizi almeno una volta al giorno;
  • dedicare almeno cinque minuti per ogni esercizio;
  • consultare il medico di fiducia se siete affetti da qualche malattia cronica, prima di eseguire gli esercizi.

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