Forse gravi malattie neurodegenerative come Parkinson e Alzheimer potranno essere previste. L'Alzheimer, con una decina d'anni d'anticipo, semplicemente studiando gli occhi dei pazienti.
La malattia di Parkinson, anni prima che si manifesti, individuando sottili alterazioni della voce non percepibili dall'orecchio umano. La scoperta che riguarda L'Alzheimer è stata presentata pochi giorni fa al congresso della Società di medicina nucleare, a Salt Lake City (USA), da ricercatori australiani diretti da Christopher Rowe dell'Austin Hospital di Victoria. Per tenere sotto controllo il sistema nervoso, il nervo ottico è la struttura più accessibile: esaminando con la PET (tomografia a positroni) quello di oltre 200 anziani, sani e malati, i ricercatori hanno scoperto che fra le sue fibre si accumulano ammassi di proteina beta-amiloide molto prima che questi infarciscano il cervello, dove costituiscono il segno inequivocabile dell'Alzheimer: la loro presenza nel nervo ottico aumenterebbe di 13 volte il rischio di sviluppare la malattia. "Finora le placche di beta amiloide sono individuate nel cervello quando il processo neurodegenerativo è ormai in fase avanzata — commenta Carlo Caltagirone, direttore scientifico dell'Istituto Santa Lucia di Roma — e le terapie cercano di evitare che queste formazioni si accrescano, non essendo ancora possibile farle regredire.